cover of article Genre: Cantautoriale, Progressive
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Remarques

Questo è il primo vero album solista di Annie Barbazza. Era una giovanissima batterista, innamorata del rock progressivo, quando Greg Lake scoprì il suo talento come vocalist e la volle sul suo palco per quel celebre concerto che sarebbe poi diventato il postumo “Live in Piacenza”. Sempre Lake ha successivamente prodotto "Moonchild", il duo con il pianista Max Repetti per la Manticore Records ove ha affidato alla interpretazione vocale di Annie brani di ELP e King Crimson, riarrangiati in chiave contemporanea per piano e voce, originariamente cantati da lui.

Se questi sono stati gli inizi della carriera di Annie, ora vero astro nascente della scena Avant/Prog internazionale, l’amicizia con John Greaves (Henry Cow/National Health ecc.) la porta a collaborare stabilmente dal vivo con il musicista gallese e a suonare e cantare nei suoi album ("Piacenza" per la Dark Companion e "Life Size" per la Manticore).

Un’altra delle collaborazioni stabili è quella con il geniale cantautore Paul Roland con il quale Annie si esibisce regolarmente dal vivo come bassita e in studio come batterista, oltre a prestare la sua voce, naturalmente. Di straordinario successo di critica e pubblico la recente collaborazione con la North Sea Radio Orchestra come voce principale in "Folly Bololey" (Dark Companion DC012), il tributo a Robert Wyatt che ha trionfato al festival Rock In Opposition e al leggendario Café Oto (dove si è esibita anche con Fred Frith), tempio della musica nuova. Su disco collabora, tra gli altri, con Giorgio Fico Piazza e con i Warm Morning Brothers, mentre dal vivo si esibisce assieme, oltre ai già citati, ad artisti come Eugenio Finardi, Osanna, Robyn Hitchock, Aldo Tagliapietra ecc.

Questo album ha una lunga storia: nato dal desiderio di Lake che Annie vi suonasse tutti gli strumenti, la frequentazione di tanti amici musicisti ha fatto sì che il disco si arricchisse e si trasformasse profondamente. Questi amici le hanno semplicemente espresso il desiderio di “volerci essere”. Chi conosce Annie sa del suo carattere schivo: questo album dà voce a sogni e incubi, spettri e segreti. Tutti i brani sono scritti da lei con l’eccezione di due brani scritti per lei per questo "Vive" da John Greaves e da Paul Roland e da una cover dello splendido classico Blegvad/Greaves, "How Beautiful You Are", richiesto nei mumerosi live di Annie.