End of May (Vinile) Workin' Label
cover of article Genre: Jazz
Tracklist non disponible

WG Image LP CHF 33.20

Remarques

A nove anni dall’uscita del precedente lavoro dal titolo “Post it”, realizzato con la collaborazione del sassofonista Max Ionata, questo nuovo album segna un punto di svolta, la fine di qualcosa e, al contempo, l’inizio di qualcosa di nuovo. La coesistenza di un inizio e di una fine ispira il titolo “End of May”, quasi a rimarcare un cambio di rotta dell’artista nel proprio percorso individuale. Per quanto concerne l’organico, ad un sestetto jazz con la presenza di batteria, contrabbasso, pianoforte, chitarra, alto sax e tromba si unisce il quartetto d’archi. L’intento ultimo è stato di pensare, scrivere e suonare musica ove far convergere il mondo classico del primo Novecento ed il jazz contemporaneo. L’operazione alla base del progetto è la decompartimentazione, l’esigenza di non relegare approcci, tecniche di orchestrazione e improvvisazione ad un unico scenario, ma di ampliare il campo visivo della musica e sfruttare appieno le possibilità racchiuse in essa. Nello scorrere i brani, o una stessa traccia, convivono numerose forme di impasto timbrico e sonoro, dal solo al trio, dal duo al quintetto, sino ad una piccola orchestra composta da dieci elementi. Iannuzziello ha inciso le tracce con Esmeralda Sella (pianoforte), Luca Di Battista (batteria), Edoardo Liberati (chitarra), Antonio Saldi (sax alto) e Jacopo Fagioli (tromba); il quartetto d’archi è composto da Ida Di Vita (violino primo), Jamiang Santi (violino secondo), Riccardo Savinelli (viola) e Gianluca Pirisi (violoncello). La necessità di un mutamento evolutivo sotto il profilo artistico non ha escluso tuttavia di proporre musica scritta da altri, come per “Single soul” del trombettista Philip Dizack e “Humanity” del pianista Dado Moroni, o del frammento tratto dall’”Adagio molto” del quartetto Op.43 di Robert Schumann che evolve a sua volta nella traccia conclusiva “Urban Sketches”. La musica originale in “End of May” ha in sé un senso di unitarietà ed una visione coerente dello spazio sonoro, in cui convivono creatività e scrittura senza tralasciare l’elemento di spontaneità e istintività che storicamente contraddistinguono il jazz in tutte le sue forme. Nulla è identico a sé stesso in un accelerato processo di evoluzione e mutazione, il che è facilmente comprensibile dal senso di sviluppo che i musicisti apportano ai momenti di solismo, e talvolta, l’unico modo per ritrovare la strada sembra essere perdersi in momenti affidati all’improvvisazione totale come in “San Menaio” o in “The door behind the door”, brano ispirato agli scritti del giornalista Tiziano Terzani.