Descrizione
Un romanzo dai molti volti: una celebrazione della dignità di una vita queer, una straordinaria epopea dell’emigrazione cinese in America, ma anche e soprattutto un toccante racconto corale sul dolore, l’amore, la perdita e la memoria. Una stupefacente opera prima capace di cambiare il nostro sguardo, che annuncia uno scrittore di immenso talento, destinato a lasciare un segno nella letteratura contemporanea.
Lo scalcinato Cinema dei Lavoratori di Mawei proietta vecchi film di guerra, pellicole nostalgiche che celebrano l’eroismo della Cina di Mao. Dietro questa improbabile facciata, però, si nasconde un ritrovo per uomini gay, che si incontrano e si amano al suono di spari e di esplosioni di granate. È qui che Secondo, ripudiato dai genitori, conosce e si innamora di Shun-Er, affezionato alla moglie Yan Hua ma alla quale è legato solo da un matrimonio combinato. Ed è qui che la bigliettaia Bao Mei crede di poter comunicare col fratello morto, il cui spirito le bisbiglia all’orecchio le storie degli uomini del cinema – operai, lavoratori, padri di famiglia, impudenti sognatori che solo lì possono essere se stessi, ma che si lasciano dietro una scia di dolore: quello delle mogli. Quando, negli anni ’80, il vecchio cinema verrà chiuso a seguito di una soffiata anonima, i suoi protagonisti andranno incontro a un futuro incerto: Secondo e Bao Mei emigrano in America, così come, a loro insaputa, Yan Hua, la moglie di Shun-Er. Ma le loro vite, legate per sempre a quel cinema, s’incroceranno nei successivi quarant’anni, assieme a quelle di tanti altri immigrati in cerca di fortuna nel reticolo di strade della Chinatown di New York. Con una scrittura freschissima, ironica e poetica, che mescola tradizione e modernità, Jiaming Tang porta in scena una schiera di personaggi indimenticabili, esplorandone con acume e delicatezza le contraddizioni e le pieghe più nascoste.
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