P.P.P. Profezia è Predire il Presente  Novità  Le Vele
cover of article Genere: Cantautoriale, Reading
1.E jo çanti
2.La rabbia e l'hashish
3.Canto degli sciagurati
4.Ora ancora
5.Grândola vila morena
6.Vorremmo esserci
7.Prologo di una sconfitta
8.Sorella sconfitta
9.Fermamente collettivamente
10.Cantico cristiano
11.Lamento per la morte di Pasolini
12.Beati noi
13.Tu muori
14.Lamento per la morte di Pasolini (Reprise)
15.Persona non grata

WG Image CD CHF 34.50

Note

Più che un disco, un'opera letteraria trasposta in musica. Più che canzoni, capitoli che ripercorrono e ricostruiscono una storia unica e controversa, preziosa e drammatica. Quella di uno dei maggiori intellettuali italiani di sempre, Pier Paolo Pasolini.

"P.P.P. Profezia è Predire il Presente" è il nuovo album di Massimo Zamboni in uscita per Le Vele in uno speciale CD con digipack formato DVD in cui è inserito un libretto di 32 pagine.

Un disco molteplice e ricco di sfaccettature, così come lo sono l'anima e il pensiero di Pier Paolo Pasolini, a cui è dedicato nel cinquantesimo anniversario della sua uccisione. Un album pervaso da quel dolore civico profondo che accompagna incessantemente il percorso di P.P.P. come uomo e come intellettuale che ha saputo profetizzare e percepire la trasformazione drammatica e lacerante dell'Italia.

Nato dall'omonimo progetto di reading-concerto che alterna canzoni, letture tratte da Pasolini e testi scritti da Zamboni, "P.P.P. Profezia è Predire il Presente" si compone di tredici tracce: canti popolari, un omaggio a Giovanna Marini, brani estratti dal lungo percorso musicale di Zamboni e tre inediti ("La rabbia e l'hashish", "Cantico cristiano" e "Tu muori") che conducono lungo un percorso sempre più scuro, quasi desolato, per accompagnare il pensiero e la fine del pensare di Pasolini.

Un Pasolini multiforme, inafferrabile, che ha affrontato inimicizie insanabili, disumane, e un isolamento feroce altrettanto. Eppure, ancora oggi, a 50 anni dalla sua uccisione, non possiamo prescindere dalla sua intelligenza, da quel suo sguardo che taglia come un laser ed è capace di offrire squarci di una compassione profondissima, conclude Zamboni.

Una narrazione a tema che parte dal suo Friuli, dalla lingua che Pasolini ha lottato per portare a una dignità cancellata dal moderno, passando per lo sgomento verso la cecità di tutti, ponendo una speranza pre-politica nella capacità rigenerativa di un popolo che ormai non si può più chiamare tale. Un entusiasmo per la rivoluzione portoghese, tra gli ultimi sussulti positivi di un continente, e poi il declino, il cadere, il rimpicciolirsi. Un innamoramento finale per la sconfitta, fino a quel 2 novembre 1975 dove la notte di Ostia schianta definitivamente ciò che tanti avrebbero voluto veder schiantare: una persona non grata, da far tacere, ma la cui parola è oggi più presente e necessaria che mai. Un pensiero che, nonostante i plurimi tentativi, non è stato schiacciato da chi lo avrebbe voluto ridurre, impoverire e semplificare. E che si presenta oggi più attuale che mai.